mercoledì 23 gennaio 2013

E ORA?


E ora?
 Questo è l'interrogativo che mi pongo. E credo molti come me, attenti alle dinamiche italiane. 
Scusatemi, c'è bisogno di una precisazione. 
Dopo le dimissioni di Berlusconi dal governo molta acqua è scorsa sotto i ponti. Purtroppo non era acqua pulita ma conteneva molte scorie. Abbiamo iniziato con tutte le malefatte possibili, arraffamenti vari e sottrazione di denaro pubblico resi noti dalle cronache giudiziarie. Non credevamo alle nostre orecchie, non c'era governo regionale dove un elemento in particolare si fosse distinto per onestà e rettitudine. 
Addirittura nella regione Lazio sottratti circa 2Mln!
Poi è venuto il governo Monti che ci ha portato tasse e nubi sul nostro futuro e quello delle nostre famiglie. Ci hanno raccontato di restrizioni, di enormi buchi, di mancanza di politiche di sviluppo e, immancabilmente, di sacrifici. Peccato che siamo sempre e solo noi, popolo, a doverci sobbarcare gli errori degli altri e ripianarli con le nostre tasche. Storiella che la nostra classe politica ha ben imparato a memoria visto che la ripete da oltre 30 anni. 
Ora che anche il governo Monti ci ha salutato, non appena ha provato a cambiare le carte in tavola, sono venuti a galla dei dati che vanno presi in seria considerazione. Perchè solo ora, con tutti questi dati insieme, è possibile avere una visione d'insieme del nostro paese. 
Iniziamo dalle retribuzioni dei nostri rappresentanti. 
Nonostante la crisi queste continuano a salire. Addirittura i non eletti, che finalmente non vedremo più in Parlamento, riceveranno vitalizi tra i 
€5-6500,00 e liquidazioni di almeno €300.000,00. Il settore dell'edilizia è completamente bloccato, da almeno 2 anni. Sconta innanzitutto prezzi un pò troppo alti ma soprattutto l'altissimo costo del lavoro nel settore, l'assenza di politiche favorevoli all'edilizia popolare e soprattutto la crisi delle banche. Nonostante abbiano ricevuto montagne di soldi dalla BCE queste sono sempre più restie ad erogare mutui a privati e finanziamenti alle imprese. Risultato: settore immobile, mutui -40% prestiti -28%. Ed è solo l'inizio. 
Altro settore che prende schiaffoni da tempo immemore è quello dell'auto. Oltre a scontare una mancanza di competitività data anche qui dall'alto costo del lavoro questo settore più di altri paga la crisi generale del settore. Si ha paura a virare su auto più verdi. In sostanza, dato terrificante, siamo a livelli di fatturato degli inizi anni 60 prima del boom dell'auto! Paradossalmente, pur continuando a usare sempre più il mezzo pubblico, quindi consumando carburante come negli anni 60 il fatturato delle aziende petrolifere è salito del 10% così come hanno fatto le accise per il governo + 3Mld. 
La disoccupazione, ovvia conseguenza, è ai livelli massimi di questa epoca. Pensare che nel 2013, con tutti i ritrovati tecnologici e le possibilità presenti, milioni di persone siano a spasso dovrebbe causare serie anzi serissime riflessioni. 
I consumi latitano, di qualsiasi genere, dato questo molto allarmante.
Tutti i settori, eccetto i tecnologici, sono in crisi nerissima. Nei centri commerciali i negozi chiudono, le piccole attività sono strozzate da problemi di credito e di competitività. Neanche i saldi hanno ridato ossigeno anzi. Siamo ritornati, nel 2013, a farci le cose in casa come i nostri nonni. Leggasi alla voce pane, pasta, pizza, confettura, ortofrutta, possedimenti di animali. Ha dell'incredibile questo!
Ovviamente le retribuzioni sono ai minimi. Raggiunti i livelli del 1986 come nel peggiore degli incubi.
Ecco allora la domanda, data la premessa: E Ora?
Cosa succede? Cosa si prevede? Quali i progetti? Quali le decisioni? Quali le speranze? Poi accendi la tv e vedi le stesse facce. Quelle stesse facce che promettevano, sorridevano, straparlavano sicure almeno 30 anni fa. Come è possibile dare credibilità a coloro che sono responsabili di ciò che noi, poveri sognatori di case, auto, viaggi e lavoro per i nostri figli continuiamo a scontare da almeno 40 anni! 
Come mai non si assiste ad un cambiamento radicale in Italia? Ad una Rivoluzione Culturale che renda al popolo la sovranità innanzitutto. Soprattutto di sapere che coloro che sono stati votati sono coloro che prenderanno la decisioni.
La risposta al quesito non c'è, almeno non ora. Passa però per le nostre mani e le nostre coscienze, data l'imminenza delle prossime elezioni. Non sappiamo quanto profondi saranno i cambiamenti che questo stato di cose apporterà nel nostro stile di vita.
La mia previsione è che tanto più lunga sarà il perdurare della crisi tanto più profondi e radicali saranno i nuovi comportamenti acquisiti. Scompariranno forse il possesso inutile, l'individualismo sfrenato e la cultura dell'apparire. Sceglieremo nuovi modelli, più vicini a noi e alla nostra realtà.
Qualunque sarà il cambiamento avrà comunque effetti importanti sulle generazioni future.
Sperando di ridonare loro un futuro ed un contesto per raggiungerlo.

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