giovedì 17 gennaio 2013

SIATE CIO' CHE VOLETE ESSERE

Un pò in ritardo ma ci sono, ancora. 
Il 2012 si è chiuso per molti di noi con qualche rimpianto per occasioni non afferrate, qualche promessa non mantenute, delle sicure gratificazioni per cose riuscite e per molti, forse troppi sogni da rimettere nel cassetto. Di nuovo. Quel cassetto è forse un pò troppo pieno non vi pare?
Non sarebbe meglio riaprirlo e dare, diciamo così, una rinfrescatina? Non voglio assolutamente consigliare di buttare via dei sogni. Ma sicuramente di riprenderli e spolverarli per dare loro un'occhiata più profonda. Solo così potrete realmente capire che molti, troppi, sono la ripetizione di altri già messi a riposare nel cassetto. 
E allora, questa volta, voglio suggerire un'approccio diverso. 
Evitate di riformulare promesse che non manterrete; di impegnarvi in progetti nei quali non credete. Evitate soprattutto di mentire a voi stessi, di nuovo e ancora. Cambiate rotta, scegliete una strategia diversa. Impegnatevi con l'unica persona con la quale non potete abbassare lo sguardo, con la persona che stimate di più, in assoluto, quella che conosce perfettamente e a fondo le vostre potenzialità, che sa quanto vi impegnate; in maniera confusa forse, ma sa che lottate per emergere.
 Voi Stessi. 
Quest'anno un solo progetto, una sola promessa, un solo sogno. 
Quello di essere finalmente voi stessi. 
Cambiate angolo visuale. Non guardate la vostra vita filtrata dai successi o dai fallimenti degli altri. Soprattutto non sobbarcatevi dei consigli o dello scetticismo altrui. Restate saldi nel vostro angolo visuale. Iniziate ad ascoltare la vostra pancia e quello che comunica. Si proprio così. Lasciate salire quelle emozioni, quei sentimenti, quei pensieri che troppe volte avete ricacciato giù. Sempre più a fatica ma sempre più giù. Riassaporate quel piacere intenso, inebriante, ubriacante che avete provato già. E che vi sbalordì per quanto profondo fosse. 
Sì, proprio quello che avete assaporato mentre correvate, libero e felice, in controllo del vostro sforzo. O quando dipingevate, o quando scrivevate. O di quando avete studiato per quel colloquio con tanto entusiasmo che vi siete sorpresi nell'essere più gratificati dallo studio che dal colloquio. O quando girovagavate, di ritorno a casa, in quelle viuzze meravigliose della vostra città, così colorate, piene di passione e storia, da perdere il senso del tempo e dello spazio. O di quando avete ridipinto il vostro appartamento, sorprendendovi per come scrupolosamente avete preparato l'opera. Vi siete documentati, avete acquistato il materiale che volevate, vi siete dati un piano di lavoro e voilà, finito in anticipo e con una soddisfazione ubriacante. 
Già, ubriacante. 
Era felicità quella. Pura e semplice felicità. 
Ebbene, cosa vi discosta dal rientrare in possesso di voi stessi? Delle vostre attitudini più vere, delle vostre potenzialità sofferenti, della vocazione che troppo facilmente avete dismesso per lasciarvi dominare da progetti "più sicuri", da un successo senza significato, da un materialismo che non vi appaga. Il tutto a scapito della vostra verità, del bene che eleva, della ricerca di sè che riempe. 
Certo, ci vuole impegno, creatività, lungimiranza, si soffre...ma è la nostra vita. E' il nostro essere che chiama e rivuole quella "vita buona" già assaporata, che è AutoRealizzazione, Proattività, Tensione allo Sviluppo e Cura di Sè. 
Quindi? Smarcatevi delle paure e delle ansie. Altro non sono che il vostro essere che chiede il Cambiamento. Non eludetelo ancora, non ributtatelo in quel cassetto, lasciatelo germogliare e proprio come un seme vi ripagherà diventando una pianta forte e rigogliosa. 
Il fallimento è un evento, non una persona. Ogni notte finisce un giorno chiamato Ieri (cit. Jim Rohn). 
D'altra parte un libro non si giudica dalla copertina

punto 5:00

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