sabato 22 settembre 2012

IL SENSO DELLA VITA

Le recenti paraolimpiadi tenutesi a Londra la scorsa estate sono state per me uno spettacolo mirabile.
Devo ammetterlo, non ero stato mai molto attratto dal seguire questa parte diciamo, di scorta, del programma olimpico. La ritenevo poco interessante, ma soprattutto,poco dignitosa per chi era stato già toccato duramente dalla vita; come se fare sport per queste persone fosse più un nostro regalo, una concessione, piuttosto che una fantastica e mirabile espressione di determinazione, passione e, soprattutto, di una voglia inesauribile di vita.
Per cui, da bravo ipocrita e presupponente le avevo sempre osservate di rimbalzo o non seguite affatto.
Quest'anno, costretto anch'io dalla mia malattia a restare confinato negli angusti spazi casalinghi mi sono prefissato di seguire tutte le olimpiadi.
D'altra parte amo lo sport e anche dalla televisione ne percepisco lo spirito di sacrificio, la lotta per la vittoria, ma soprattutto la sfida finale con sè stessi che anima questi atleti che si preparano per 4 anni esclusivamente per il gusto di misurarsi con gli atleti di tutto il mondo!
Arriva così il giorno della cerimonia d'inaugurazione delle Paraolimpiadi e resto sbalordito!
La stessa bellezza, la stessa estasi e la stessa solennità della cerimonia dei normodotati. Subito ho pensato agli organizzatori, gli inglesi, per definizione popolo freddo, spocchioso e distaccato. Ed invece osservo con pathos e stupore una cerimonia piena di gioia e colori, degna di un evento tale alle Olimpiadi!.
Iniziano le gare ed inizio a sentire un certo rimescolamento delle mie interiora, un ribollire di sangue, un fiorire di pensieri, emozioni e coinvolgimento passionale.
Osservo il susseguirsi di qualificazioni, gare, premiazioni e interviste e non vi nascondo che le lacrime hanno fatto "capoccella" almeno un centinaio di volte!
Vedere questi ragazzi lottare con passione, con forza, con orgoglio, con dignità, mi ha letteralmente travolto. Sentirli raccontare le loro storie di enormi sacrifici, rinunce, nessuno sponsor ad occuparsi degnamente di loro al pari dei loro colleghi normodotati è stato come un fulmine tra i miei neuroni.
Ciò che traspariva non era la brutalità e allo stesso tempo l'imprevedibilità dell'attimo che aveva sconvolto le loro esistenze, strappandoli ad una vita "normale" per passarli ad una "diversa" ma l'incredibile filo sottile ma robustissimo che tutti li univa.
Quale era questo filo? Semplice, si chiama VOGLIA DI VIVERE!
Se ne sono semplicemente abbeverati e nutriti sin dal giorno 0 ed eccoli lì sudati, stremati, ma estremamente soddisfatti e pieni di vita fieri di aver preso parte alla competizione.
Immediatamente ed inevitabilmente un raffronto è sorto spontaneo in me.
Quale mirabile esempio rappresenta per i nostri ragazzi questa Paraolimpiade? I nostri pulcini che si apprestano all'età adulta pieni di nevrosi, di paure, di incertezze. Senza un pensiero critico sulla loro esistenza; sul fatto che i loro pensieri sono unicamente focalizzati a quale vestito indossare, che acconciatura scegliere, quale auto ordinare a paparino, come trascorrere al meglio questi fine settimana noiosi e ripetitivi, quale nuova scusa o lamentela usare per allontanarsi dalle responsabilità e continuare a vivere una vita senza progetti, senza desideri e speranze per il futuro.
Senza rendersi conto che quello che appare oggi come luccicante è solo una patina abilmente creata apposta per loro; la ricerca di un successo facile, che non costi fatica. Un successo senza competenze, senza pensieri riflessivi su cosa effettivamente sia il merito e la fatica per costruirselo.
Vi confesso, pagherei di tasca mia per affiancare per 1 sola settimana i nostri pulcini bagnati a questi leoni indomiti!
Non si rendono conto che il vero senso della vita è vivere pienamente il "qui e ora" fatto di idee, progetti, tentativi, successi, fallimenti e quant'altro ma apportatore di autonomia, indipendenza, responsabilità e produttività.
Cari pulcini e genitori di pulcini, mi resta in mente una frase di Alex Zanardi, pilota professionista che dopo l'incidente che gli aveva tranciato le gambe disse, risvegliandosi "ok, ho ancora le braccia"; ebbene Alex intervistato dopo leParaolimpiadi ha risposto così all'intervistatore "..quando vedi uno che si toglie la tuta e senza braccia si butta in piscina e nuota non puoi continuare a vivere nello stesso modo!..."

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