sabato 10 novembre 2012

AMERICA: THE BEST IS YET TO COME


Credo che tutti, lo spero, siamo recentemente rimasti incollati al televisore per seguire le elezioni del Presidente degli Stati Uniti d'America.
Confesso che sin da adolescente era un'avvenimento che per me rivestiva notevole fascino e interesse. 
Oggi lo è ancora di più, considerato l'enorme potere che risiede nella mani di questo uomo e di come da sempre gli Stati Uniti hanno influenzato la vita di tutti noi europei.
Questo è proprio il punto topico che oggi mi suscita emozioni e considerazioni.
Innanzitutto ancora tanto di cappello a questo fantastico, secondo la mia modesta opinione, e realmente democratico sistema elettorale del quale gli Stati Uniti si sono dotati sin dai tempi dei padri pellegrini.
Semplice, efficace e realmente incarnante il voto dei cittadini.
Essi sanno con largo anticipo chi si contenderà l'ambito ruolo e quindi possono, devono, concentrarsi attentamente e per tempo su programmi e idee del candidato preferito. Inoltre un'altro aspetto che reputo incredibilmente efficace e meritevole di considerazione da noi cittadini europei, ed italiani in particolare, è rivestito dal fatto che i finanziamenti dello stato alla vita politica sono veramente esigui.
I due candidati devono ingegnarsi e programmare con attenzione il loro programma poichè solo così riceveranno i tanto amati finanziamenti da privati, associazioni, personaggi famosi e quant'altro.
Il tutto alla luce del sole e per di più fatturato!
Addirittura creano della mirabili squadre di sostenitori che, volontariamente e quasi gratis, si occupano di moltissime fasi della campagna elettorale del candidato come le cene che devono sciropparsi per raccogliere fondi.
Questo è un sistema direi, potente. 
Poichè consente al vincitore di svolgere compiutamente il suo programma nel periodo in cui resterà eletto. La maggioranza è reale e può dedicarsi a tutte le questioni di governo.
Anche questo, ribadisco, è un tratto distintivo dell'America, dove regna la competizione, il merito, dove si tende all'eccellenza.
In Italia purtroppo il nostro sistema di governo riflette perfettamente il popolo italiano. 
Ingegnoso, creativo ma anche arruffone, qualunquista, opportunista e purtroppo clientelare. Dal dopoguerra ad oggi cosa, ripeto cosa, è realmente cambiato in meglio in Italia? Dopo 50 anni ci lamentiamo ancora di prezzi, tasse e stipendi.
Credo purtroppo che siamo arrivati al fondo del barile e solo con una reale, profonda, sentita e pagata rivoluzione culturale, in Italia si cambierà in meglio.
Non ci vuole un indovino per far migliorare questo paese ma, purtroppo, sono state tante le occasioni perdute dal popolo italiano che troppo spesso ha preferito la comodità e l'imperturbabilità del "cappuccio e cornetto" ad una scesa in strada per difendere i propri diritti, tra cui quello di avere realmente i propri eletti al governo e non altri scelti dagli intrighi di partito.
Siamo sommersi dai debiti, dalla mancanza di lavoro, dagli scandali dei nostri politici, dalla mancanza di prospettive future ma niente. Il campionato di calcio ci avvinghia con le sue spire e noi...restiamo quelli del "lamento dall'ultima fila". 
Perchè, cosa temiamo ormai che tutto abbiamo perduto, dignità compresa?
I nostri ragazzi più meritevoli se ne vanno, in America soprattutto. E noi ce ne ricordiamo solo in occasione sporadiche, quando si promettono incentivi e altro ma mai, assolutamente mai, un reale e radicale cambio di strategia.
Noi cittadini, finchè continueremo a votare come abbiamo fatto negli ultimi 50 anni, non meritiamo rispetto nè compassione.
Il governo Obama ha capito che una strada da battere, che condivido e sostengo da anni, è quella del rigore. Ma non sulla pelle dei cittadini ma dell'amministrazione pubblica. Da anni Obama si batte, anche da noi in Europa solo che si è preferito glissare a questo proposito, che è sbagliatissimo aumentare le tasse mentre la via è tagliare la sfera pubblica.
I fatti recenti da noi ci dovrebbero aprire gli occhi invece...
In America si creano una media di 100.000 posti di lavoro al mese, si è salvata l'industria dell'auto, rivoluzionata la sanità, attuata un'accorta politica estera.
Noi...solo confisca fiscale e tanti bei regali alla finanza e a le banche.
Vi confesso che infondere speranza, soprattutto ai giovani, è cosa difficile in questo momento in Italia. Eppure ciò che ha fatto la Germania è lì di fronte a noi.
Come avremmo retto noi il peso di 40 milioni di "fratelli" che attraversavano il muro in una notte memorabile?
Invece oltre oceano ascoltiamo un presidente entusiasta dire al popolo americano tutto "the best is yet to come", il meglio deve ancora venire.
E il mio cuore si stringe e si rattrista...

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