lunedì 19 novembre 2012

IL FALLIMENTO DELLA MIA GENERAZIONE


Non sono rimasto sorpreso dall'impegno civile delle nuove generazioni, che si sono riversate nelle strade e non, a protestare per questo governo che ha schiacciato gli italiani in una morsa di promesse, di "si vedrà", di "poi faremo", di "non appena", ma che alla conta dei fatti altro che tasse e tasse ancora non è. 
Quello che sinceramente non mi aspettavo è il totale fallimento civile della mia generazione! 
Credevo che ci sarebbe stato l'effetto onda e che avrebbe trascinato anche i miei coetanei nelle strade e nei luoghi dove poter manifestare il dissenso. Invece no, niente, su tutta la linea. Indifferenza e commenti a mezza bocca. 
Abbiamo perso un treno importante amici. Invece di continuare ad occupare tutti i posti di coloro che "si lamentano dall'ultima fila" era nostro dovere porci al fianco delle nuove generazioni e mostrare loro che anche noi lottiamo per un futuro migliore, che siamo stufi di chi ci ipoteca la vita, che non abbiamo perso 
la speranza. 
Invece, ci trovate puntuali a borbottare a voce alta mentre pucciamo il cornetto al bar, o quando il sabato sera a cena fuori con la famiglia ci avventuriamo in pistolotti economico-finanziari e su come noi sapremmo cambiare la cose, di quanto siamo stufi e pronti a scendere in piazza. 
La comodità mente sempre, ha detto qualcuno. 
Mai coma ora rappresenta la realtà. 
Il culo caldo non lo vogliamo muovere, non vogliamo perdere i nostri piccoli privilegi routinari, la nostra auto a rate ed il mutuo trentennale. Non vogliamo perdere le nostre certezze seppur piccole e tipiche dello stato di "mucca da pascolo" che oggi siamo. Strepitiamo, inveiamo ma "armiamoci e partite" è il nostro status quo. 
Però, miei coetanei,forse un giorno ci renderemo conto di che grossa occasione abbiamo sprecato. 
Quella di essere sovrani e padroni delle nostre scelte, del nostro fato, del nostro futuro. Indirizzare gli avvenimenti, dare una mano a cambiare la storia...invece no, ci aggrapperemo di nuovo alle cazzate del prossimo berlusca/prodi di turno, delegando ancora la responsabilità del nostro futuro. E magari, un giorno futuro, racconteremo ai nostri nipoti che potevamo cambiare la storia ma che abbiamo preferito accendere la tv e guardare la partita...

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