giovedì 13 dicembre 2012

LA VITTIMA INVISIBILE


Viviamo nel XXI secolo
Ogni giorno sono di uso comune le più strabilianti tecnologie, frutto di scoperte impensabili solo qualche anno prima. 
Eppure la vittima invisibile era già lì. 
Abbiamo tutti i mezzi di comfort per condurre una vita piacevole e stimolante, anche questi frutto di conquiste, scoperte e miglioramenti continui nel genere umano. Se paragonate alle condizioni di vita presenti in Italia solo 50 anni fà sembra sia stato compiuto un balzo nel futuro. 
Eppure la vittima invisibile era già lì. 
Generazioni intere hanno lottato per manifestare le proprie idee, per sancire diritti fondamentali, per conquistarne altri. Straordinario il balzo guardando indietro nella vita dei nostri nonni. 
Eppure, ancora una volta, la vittima invisibile era già lì. 
Ma chi è questa vittima invisibile? Perchè vittima invisibile? 
La vittima invisibile sono tutte le donne che sono state uccise dall'uomo dalla notte dei tempi. Sono sempre state lì, presenti al nostro fianco. Sorridenti, affettuose, dispensatrici di sorrisi e certezze. Sono madri, sono mogli, ma soprattutto sono donne. 
La chiesa le ha da sempre viste con diffidenza e piegate con la forza alla sua volontà. Erano considerate streghe e bruciate sulla pubblica piazza da pazzi assetati di normalizzazione se non si dichiaravano miti, accondiscendenti, fedeli; piegate alla forza della chiesa. 
Durante le 2 guerre mondiali, hanno visto i loro mariti e i loro figli non tornare più dal fronte. Non sono state con le mani in mano. Si sono prodigate negli ospedali, tra il fuoco nemico, nei campi di concentramento. Eppure ancora una volta sono state schiacciate dall'uomo per restare ai margini, nell'ombra. Dal dopoguerra in poi sono state guidate con energia ai ruoli consueti e tranquillizzanti di mogli accondiscendenti, angeli del focolare. Che non potevano aspirare ad una vita propria, realizzata. 
Niente motivi per essere felici ma piuttosto una felicità elargita in anticipo, come premio per una vita dimessa. 
In Italia solo 50 anni fà venivano conquistate a forza di stupri che sanciti da una legge maschilista e da una società patriarcale non concedevano via di fuga o ribellione. Si accettava la vita che veniva offerta. "A poco a poco ci si abitua", testimoniava una donna di allora. 
In aggiunta, venivano imbottite di tranquillanti prima e ansiolitici poi, con un aumento vertiginoso del business che partito dagli Stati Uniti negli anni 50 si propagò in maniera impressionante in Europa. Niente lamentele quindi, niente colpi di testa. Ma mogli e madri ben normalizzate, lobotomizzate e ben telecomandate per rispondere alle esigenze del maschio dominante. Tra gli anni 60 e 70 crebbero i movimenti per la liberazione femminile. 
Che già scritto sembra una barzelletta. 
Liberazione, da chi e che cosa? Eppure è realtà non il pianeta manga. 
In Italia, la nostra beneamata patria solo nel 1981 veniva abolita la legge che sanciva lo stupro riparatore. Come? Grazie ad una donna, Franca Viola, che per prima in Sicilia si ribellò e non accettò la riparazione dichiarando al mondo quindi che le donne potevano e volevano vivere la propria vita e determinare i propri destini. Sappiamo tutti il casino che determinò la battaglia per il divorzio e la pillola anticoncezionale. Minavano le certezze del maschio ma soprattutto lo indebolivano socialmente e dentro il focolare dove era, ed è purtroppo ancora forte lo spirito patriarcale e maschilista. 
Quello che qui sembrava una battaglia campale, era già stato visto negli USA dove il movimento giovanile aveva funzionato da perfetto apripista. 
Oggi tutti conoscono gli squilibri che le donne vivono sulla loro pelle ogni giorno; le fatiche per conciliare maternità e produttività; performance e dolcezza; le ansie di una società ancora fortemente maschilista che cerca velatamente, ma minacciosamente, di ricacciarle indietro nell'angolo del focolare. Dichiariamo ai 4 venti il nostro amore per loro. Le glorifichiamo in stupide feste pagane mentre invece desideriamo solo sottometterle, schiacciarle, possederle senza amore, violarle senza pietà. 
Sinora oltre 100 donne sono state uccise, solo in Italia, dai loro compagni senza che nessuno alzasse un dito. 
Anzi, quasi con la complicità di un sistema pensato e gestito da uomini. 
La vittima silenziosa è sempre lì. Sempre dove? Al nostro fianco, sorridente, piena d'amore da dare. Offerto senza remore o retropensieri. E allora, perchè? Perchè tutto questo? Perchè non alzare 1 milione di braccia, ma per proteggere le nostre madri, mogli, amiche? Perchè non urlare tutto il nostro dolore e la nostra vicinanza per far cessare questo massacro. Questa guerra silenziosa. Basta. 
Mai più vittime silenziose.
Mai più. 

venerdì 23 novembre 2012

LA SUPERFICIALITA' DI QUESTA SOCIETA'


Allibito! 
Ancora una volta resto sorpreso e allibito di fronte allo spezzarsi di una giovane vita. 
Stamani ho letto con estrema attenzione gli articoli riguardanti il suicidio del giovane studente romano. In tutti gli articoli si evince, purtroppo, un malessere tipico di questa società ed in particolare delle famiglie e purtroppo, della scuola. 
Mi riferisco all'estrema superficialità con la quale 
ci avviciniamo alle persone. 
Ci fermiamo alla "prima pelle" quella che si vede, quella più luccicante ma che spesso, troppo spesso, nasconde turbamenti, disagi, inadeguatezze che sfuggono e che, credo, potrebbero svelarsi se ci si avvicinasse di più. Se davvero volessimo conoscere l'altro profondamente, intimamente, condividendo realmente le nostre anime. 
Questo ragazzo si è suicidato
Già questo è di enorme significato e apre la strada a tutta una serie di implicazioni. In più si è impiccato, altro modo rivelatore della personalità e del profondo disagio che stava vivendo. 
Non voglio entrare in disquisizioni psicologiche per le quali sarebbe richiesto una competenza superiore. Mi soffermo ad un dettaglio che mi ha veramente colpito: La descrizione di questo ragazzo. 
Sia i compagni che gli insegnanti e soprattutto la madre lo descrivono come allegro, estroverso, partecipe, autoironico. 
Ne siete sicuri, ne siete così sicuri, ora? 
Il suicidio è resa totale, è annullamento del proprio essere, è ultimo atto di un processo interiore di enorme, ripeto, enorme sofferenza. 
E dov'è l'allegria e l'estrosità in un ragazzo che si suicida? 
Mi pesano le spalle, lo confesso. Tremendamente. Se anche una madre si ferma alla "prima pelle" e non trova altro di meglio che ricordare suo figlio sul suo profilo FB c'è da porsi molte domande. 
Non posso reggere il peso che in una famiglia una madre non ascolti, profondamente; non legga tra le parole, non intuisca il significato di azioni. 
Un ragazzo si è suicidato ma quello che pesa sulle mie spalle è che lo ha schiacciato la superficialità di chi viveva ogni giorno con lui.

lunedì 19 novembre 2012

IL FALLIMENTO DELLA MIA GENERAZIONE


Non sono rimasto sorpreso dall'impegno civile delle nuove generazioni, che si sono riversate nelle strade e non, a protestare per questo governo che ha schiacciato gli italiani in una morsa di promesse, di "si vedrà", di "poi faremo", di "non appena", ma che alla conta dei fatti altro che tasse e tasse ancora non è. 
Quello che sinceramente non mi aspettavo è il totale fallimento civile della mia generazione! 
Credevo che ci sarebbe stato l'effetto onda e che avrebbe trascinato anche i miei coetanei nelle strade e nei luoghi dove poter manifestare il dissenso. Invece no, niente, su tutta la linea. Indifferenza e commenti a mezza bocca. 
Abbiamo perso un treno importante amici. Invece di continuare ad occupare tutti i posti di coloro che "si lamentano dall'ultima fila" era nostro dovere porci al fianco delle nuove generazioni e mostrare loro che anche noi lottiamo per un futuro migliore, che siamo stufi di chi ci ipoteca la vita, che non abbiamo perso 
la speranza. 
Invece, ci trovate puntuali a borbottare a voce alta mentre pucciamo il cornetto al bar, o quando il sabato sera a cena fuori con la famiglia ci avventuriamo in pistolotti economico-finanziari e su come noi sapremmo cambiare la cose, di quanto siamo stufi e pronti a scendere in piazza. 
La comodità mente sempre, ha detto qualcuno. 
Mai coma ora rappresenta la realtà. 
Il culo caldo non lo vogliamo muovere, non vogliamo perdere i nostri piccoli privilegi routinari, la nostra auto a rate ed il mutuo trentennale. Non vogliamo perdere le nostre certezze seppur piccole e tipiche dello stato di "mucca da pascolo" che oggi siamo. Strepitiamo, inveiamo ma "armiamoci e partite" è il nostro status quo. 
Però, miei coetanei,forse un giorno ci renderemo conto di che grossa occasione abbiamo sprecato. 
Quella di essere sovrani e padroni delle nostre scelte, del nostro fato, del nostro futuro. Indirizzare gli avvenimenti, dare una mano a cambiare la storia...invece no, ci aggrapperemo di nuovo alle cazzate del prossimo berlusca/prodi di turno, delegando ancora la responsabilità del nostro futuro. E magari, un giorno futuro, racconteremo ai nostri nipoti che potevamo cambiare la storia ma che abbiamo preferito accendere la tv e guardare la partita...

mercoledì 14 novembre 2012

IL SENSO CIVICO

dopo una giornata campale mi sono dedicato ad un piccolo relax televisivo e qui mi sono imbattuto nel disastro idrogeologico causato dalle recenti piogge.
 Vi risparmio le solite, purtroppo, e ormai stantie considerazioni sullo stato che non c'è, sullo stato sprecone e distaccato, su tutto quello che volete voi. Preferisco porvi all'attenzione un bellissimo esempio e un fantastico messaggio di speranza. 
In uno dei logorroici servizi messi in onda ce n'era uno che mi ha fatto sorridere da dentro. Il mio cuore ed il mio animo si sono nutriti delle parole e degli occhi di questa ragazza intervistata. 
Nel servizio si poneva l'accento su degli studenti liceali che anzichè essere a roma a protestare erano lì, sporchi di fango, a dare una mano. 
Questa ragazza, alla domanda, sciocca ma che denotava uno stupore nell'intervistatrice, sul perchè fosse lì ha risposto con voce ferma e risoluta "perchè ho senso civico". 
Questa è la vera lezione per chi ancora pensa di arricchirsi facendo politica; per chi appartiene alla nota categoria di coloro che "si lamentano sempre dall'ultima fila"; per gli agnostici ed i sfiduciati; per tutti gli insegnanti ipocriti e velenosi che sputano solo veleno su questi ragazzi; per tutti quei genitori capaci solo di aprire il portafoglio e non il cuore; per tutti quelli che non credono, non sognano, non sperano. 
Ebbene si può ancora sperare, si deve ancora sognare di costruire, si può ancora lottare per un futuro migliore. 
Perchè? 
Perchè c'è ancora qualcuno che senza proclami educa, ripeto educa, i propri figli ai valori fondanti. E ci sono ancora ragazzi con cui, per cui, vale ancora la pena emozionarsi. Parola di coach.

sabato 10 novembre 2012

AMERICA: THE BEST IS YET TO COME


Credo che tutti, lo spero, siamo recentemente rimasti incollati al televisore per seguire le elezioni del Presidente degli Stati Uniti d'America.
Confesso che sin da adolescente era un'avvenimento che per me rivestiva notevole fascino e interesse. 
Oggi lo è ancora di più, considerato l'enorme potere che risiede nella mani di questo uomo e di come da sempre gli Stati Uniti hanno influenzato la vita di tutti noi europei.
Questo è proprio il punto topico che oggi mi suscita emozioni e considerazioni.
Innanzitutto ancora tanto di cappello a questo fantastico, secondo la mia modesta opinione, e realmente democratico sistema elettorale del quale gli Stati Uniti si sono dotati sin dai tempi dei padri pellegrini.
Semplice, efficace e realmente incarnante il voto dei cittadini.
Essi sanno con largo anticipo chi si contenderà l'ambito ruolo e quindi possono, devono, concentrarsi attentamente e per tempo su programmi e idee del candidato preferito. Inoltre un'altro aspetto che reputo incredibilmente efficace e meritevole di considerazione da noi cittadini europei, ed italiani in particolare, è rivestito dal fatto che i finanziamenti dello stato alla vita politica sono veramente esigui.
I due candidati devono ingegnarsi e programmare con attenzione il loro programma poichè solo così riceveranno i tanto amati finanziamenti da privati, associazioni, personaggi famosi e quant'altro.
Il tutto alla luce del sole e per di più fatturato!
Addirittura creano della mirabili squadre di sostenitori che, volontariamente e quasi gratis, si occupano di moltissime fasi della campagna elettorale del candidato come le cene che devono sciropparsi per raccogliere fondi.
Questo è un sistema direi, potente. 
Poichè consente al vincitore di svolgere compiutamente il suo programma nel periodo in cui resterà eletto. La maggioranza è reale e può dedicarsi a tutte le questioni di governo.
Anche questo, ribadisco, è un tratto distintivo dell'America, dove regna la competizione, il merito, dove si tende all'eccellenza.
In Italia purtroppo il nostro sistema di governo riflette perfettamente il popolo italiano. 
Ingegnoso, creativo ma anche arruffone, qualunquista, opportunista e purtroppo clientelare. Dal dopoguerra ad oggi cosa, ripeto cosa, è realmente cambiato in meglio in Italia? Dopo 50 anni ci lamentiamo ancora di prezzi, tasse e stipendi.
Credo purtroppo che siamo arrivati al fondo del barile e solo con una reale, profonda, sentita e pagata rivoluzione culturale, in Italia si cambierà in meglio.
Non ci vuole un indovino per far migliorare questo paese ma, purtroppo, sono state tante le occasioni perdute dal popolo italiano che troppo spesso ha preferito la comodità e l'imperturbabilità del "cappuccio e cornetto" ad una scesa in strada per difendere i propri diritti, tra cui quello di avere realmente i propri eletti al governo e non altri scelti dagli intrighi di partito.
Siamo sommersi dai debiti, dalla mancanza di lavoro, dagli scandali dei nostri politici, dalla mancanza di prospettive future ma niente. Il campionato di calcio ci avvinghia con le sue spire e noi...restiamo quelli del "lamento dall'ultima fila". 
Perchè, cosa temiamo ormai che tutto abbiamo perduto, dignità compresa?
I nostri ragazzi più meritevoli se ne vanno, in America soprattutto. E noi ce ne ricordiamo solo in occasione sporadiche, quando si promettono incentivi e altro ma mai, assolutamente mai, un reale e radicale cambio di strategia.
Noi cittadini, finchè continueremo a votare come abbiamo fatto negli ultimi 50 anni, non meritiamo rispetto nè compassione.
Il governo Obama ha capito che una strada da battere, che condivido e sostengo da anni, è quella del rigore. Ma non sulla pelle dei cittadini ma dell'amministrazione pubblica. Da anni Obama si batte, anche da noi in Europa solo che si è preferito glissare a questo proposito, che è sbagliatissimo aumentare le tasse mentre la via è tagliare la sfera pubblica.
I fatti recenti da noi ci dovrebbero aprire gli occhi invece...
In America si creano una media di 100.000 posti di lavoro al mese, si è salvata l'industria dell'auto, rivoluzionata la sanità, attuata un'accorta politica estera.
Noi...solo confisca fiscale e tanti bei regali alla finanza e a le banche.
Vi confesso che infondere speranza, soprattutto ai giovani, è cosa difficile in questo momento in Italia. Eppure ciò che ha fatto la Germania è lì di fronte a noi.
Come avremmo retto noi il peso di 40 milioni di "fratelli" che attraversavano il muro in una notte memorabile?
Invece oltre oceano ascoltiamo un presidente entusiasta dire al popolo americano tutto "the best is yet to come", il meglio deve ancora venire.
E il mio cuore si stringe e si rattrista...

martedì 6 novembre 2012

DISERTORE DELLA VANGA A CHI?

noto con piacere, ma confesso con molto stupore e curiosità aggiunte, il notevole aumento di giovani che cercano, e trovano, un nuovo sbocco professionale e imprenditoriale: l'Agricoltura. 
A fronte delle oltre 100.000 imprese chiuse quest'anno, dato ConfEsercenti, ce ne sono decine di migliaia nuove nell'agricoltura. 
Personalmente lo ritengo eccezionale e portatrice di molte speranze il futuro. 
Si persegue un riavvicinamento alla terra, quindi alle origini, un tentativo, spero, di avvicinamento a migliori produzioni e consumo critico. 
Un recupero di Significato e Valori autentici, profondi, veri. Finalmente smetteremo di dire con disprezzo "..disertore della vanga!.."

domenica 4 novembre 2012

IL FUTURO DELL'ITALIA

l'italia si sta avvicinando ad una serie di appuntamenti elettorali di diversa natura ma che ritengo tutti egualmente importanti per dare finalmente una frenata al malcostume politico e all'inefficienza e inettitudine e per dare finalmente corpo ed attuazione a tutte le voci di dissenso che si sono levate recentemente dagli italiani ormai logorati da quella che ritengo una vera confisca fis
cale come ai tempi di robin hood e re giovanni. 


Fiducioso quindi? 


Assolutamente no. L'italiano è per natura un voltagabbana ed un'opportunista; spero quindi che finalmente tutto questo malcontento si traduca finalmente in recupero del Bene Comune, Senso dello Stato e della Giustizia e, fondamentale, del Senso del Futuro. Rabbrividisco, ascoltando ed osservando i giovani, al pensiero si possa scegliere di nuovo per clientelismo, quindi scegliere di..non scegliere. 


Chiedetevi, quei fatidici giorni:cosa sto accingendomi a lasciare ai miei nipoti attraverso il mio impegno di oggi?

sabato 3 novembre 2012

ADOLESCENTI: URLA NEL SILENZIO


penso alla ragazza di anguillara, 16 "bella e ribelle" come se ribelle fosse un marchio e per di più negativo; penso alla sua vita, spezzata ancora prima di sbocciare; penso ai suoi genitori separati che hanno scelto di dedicarsi alle loro vite e lasciare indietro quest'adolescente inquieta; penso che tutti gli adolescenti ci urlano sempre implicitamente " sei pronto a volermi bene qualunque risultato riporti?". Cosa le avranno risposto i suoi genitori?..probabilmente niente. Perchè dimentichiamo che i comportamenti bizzarri, fuori dalle regole, provocatori, dei nostri adolescenti altro non sono "urla di dolore" che vengono da dentro, richieste di aiuto; ma soprattutto di considerazione, di ascolto..già di ascolto. Siamo ancora disposti ad ascoltare i nostri ragazzi? penso alla ragazza di anguillara...penso a un'altro immenso capitale umano disperso nel nulla per indifferenza ed egoismo..

lunedì 24 settembre 2012

LA CLASSE POLITICA

In questi giorni recenti siamo stati sommersi, di nuovo, dalle enormi cifre documentanti l'enorme spreco di risorse pubbliche avvenuto nella Regione Lazio.
Così dopo quello avvenuto in Calabria, Campania e Lombardi, anche il Lazio si va ad aggiungere a questa lista nera di luoghi istituzionali dove la parola d'ordine era il "magna "magna".
Vi confesso che sono rimasto allibito dall'apprendere che in pochi anni il fabbisogno di questa regione, il Lazio appunto, sia passato da circa €980 mila a oltre €89 milioni!
Come è possibile ciò sia avvenuto senza che nessuno abbia notato questa enorme voragine del malaffare aprirsi sotto i nostri piedi!
E' oltremodo imbarazzante poi ascoltare le storie di questi personaggi: totale assenza di consapevolezza, mancanza di senso dello Stato e del Bene Comune, ma soprattutto totale disprezzo del popolo in generale.
Ultimamente, tanto per fare un esempio, nel Lazio stiamo vivendo un vero e proprio restringimento dei rimborsi e delle prestazioni sanitarie. Pensioni d'invalidità che vengono soppresse senza motivazioni alcune.
Questo amici, è forse il prezzo più alto da pagare per un cittadino.
Il rendersi conto di essere invisibile agli occhi di chi dovrebbe tutelarlo. Di essere considerato niente più che una mucca da spremere per fini privati.
A Roma, da qualche tempo a questa parte, stanno avvenendo cose da incubo negli ospedali.
Stipendi non pagati, medici e infermieri licenziati per sforamento del budget, interventi rimandati per mancanza di lenzuola, interi ospedali appena realizzati o inaugurati, dopo essere costati montagne di soldi pubblici, chiusi senza motivo alcuno.
Possibile che la classe politica italiana sappia solo auto-duplicarsi come un virus infido e perfido che produce solo avvizzimento del tessuto sociale buono e produttivo?
Possibile che ormai, in questo paese curioso che è il nostro il politico sia la professione non solo più redditizia e zeppa di immunità, ma che non ci sia neanche uno, uno soltanto che provi una sottile indignazione per abusi, sperperi e spremitura delle tasche dei cittadini?
Certo, è indubbio che noi cittadini abbiamo la nostra responsabilità contribuendo a questi scempi con le nostre preferenze politiche clientelari e "furbesche" ma resta comunque alto in me lo sdegno e lo stupore nel constatare quanto sia sempre attuale la massima "al peggio non c'è mai fine".

sabato 22 settembre 2012

IL SENSO DELLA VITA

Le recenti paraolimpiadi tenutesi a Londra la scorsa estate sono state per me uno spettacolo mirabile.
Devo ammetterlo, non ero stato mai molto attratto dal seguire questa parte diciamo, di scorta, del programma olimpico. La ritenevo poco interessante, ma soprattutto,poco dignitosa per chi era stato già toccato duramente dalla vita; come se fare sport per queste persone fosse più un nostro regalo, una concessione, piuttosto che una fantastica e mirabile espressione di determinazione, passione e, soprattutto, di una voglia inesauribile di vita.
Per cui, da bravo ipocrita e presupponente le avevo sempre osservate di rimbalzo o non seguite affatto.
Quest'anno, costretto anch'io dalla mia malattia a restare confinato negli angusti spazi casalinghi mi sono prefissato di seguire tutte le olimpiadi.
D'altra parte amo lo sport e anche dalla televisione ne percepisco lo spirito di sacrificio, la lotta per la vittoria, ma soprattutto la sfida finale con sè stessi che anima questi atleti che si preparano per 4 anni esclusivamente per il gusto di misurarsi con gli atleti di tutto il mondo!
Arriva così il giorno della cerimonia d'inaugurazione delle Paraolimpiadi e resto sbalordito!
La stessa bellezza, la stessa estasi e la stessa solennità della cerimonia dei normodotati. Subito ho pensato agli organizzatori, gli inglesi, per definizione popolo freddo, spocchioso e distaccato. Ed invece osservo con pathos e stupore una cerimonia piena di gioia e colori, degna di un evento tale alle Olimpiadi!.
Iniziano le gare ed inizio a sentire un certo rimescolamento delle mie interiora, un ribollire di sangue, un fiorire di pensieri, emozioni e coinvolgimento passionale.
Osservo il susseguirsi di qualificazioni, gare, premiazioni e interviste e non vi nascondo che le lacrime hanno fatto "capoccella" almeno un centinaio di volte!
Vedere questi ragazzi lottare con passione, con forza, con orgoglio, con dignità, mi ha letteralmente travolto. Sentirli raccontare le loro storie di enormi sacrifici, rinunce, nessuno sponsor ad occuparsi degnamente di loro al pari dei loro colleghi normodotati è stato come un fulmine tra i miei neuroni.
Ciò che traspariva non era la brutalità e allo stesso tempo l'imprevedibilità dell'attimo che aveva sconvolto le loro esistenze, strappandoli ad una vita "normale" per passarli ad una "diversa" ma l'incredibile filo sottile ma robustissimo che tutti li univa.
Quale era questo filo? Semplice, si chiama VOGLIA DI VIVERE!
Se ne sono semplicemente abbeverati e nutriti sin dal giorno 0 ed eccoli lì sudati, stremati, ma estremamente soddisfatti e pieni di vita fieri di aver preso parte alla competizione.
Immediatamente ed inevitabilmente un raffronto è sorto spontaneo in me.
Quale mirabile esempio rappresenta per i nostri ragazzi questa Paraolimpiade? I nostri pulcini che si apprestano all'età adulta pieni di nevrosi, di paure, di incertezze. Senza un pensiero critico sulla loro esistenza; sul fatto che i loro pensieri sono unicamente focalizzati a quale vestito indossare, che acconciatura scegliere, quale auto ordinare a paparino, come trascorrere al meglio questi fine settimana noiosi e ripetitivi, quale nuova scusa o lamentela usare per allontanarsi dalle responsabilità e continuare a vivere una vita senza progetti, senza desideri e speranze per il futuro.
Senza rendersi conto che quello che appare oggi come luccicante è solo una patina abilmente creata apposta per loro; la ricerca di un successo facile, che non costi fatica. Un successo senza competenze, senza pensieri riflessivi su cosa effettivamente sia il merito e la fatica per costruirselo.
Vi confesso, pagherei di tasca mia per affiancare per 1 sola settimana i nostri pulcini bagnati a questi leoni indomiti!
Non si rendono conto che il vero senso della vita è vivere pienamente il "qui e ora" fatto di idee, progetti, tentativi, successi, fallimenti e quant'altro ma apportatore di autonomia, indipendenza, responsabilità e produttività.
Cari pulcini e genitori di pulcini, mi resta in mente una frase di Alex Zanardi, pilota professionista che dopo l'incidente che gli aveva tranciato le gambe disse, risvegliandosi "ok, ho ancora le braccia"; ebbene Alex intervistato dopo leParaolimpiadi ha risposto così all'intervistatore "..quando vedi uno che si toglie la tuta e senza braccia si butta in piscina e nuota non puoi continuare a vivere nello stesso modo!..."

giovedì 20 settembre 2012

SANITA' ITALIANA

Tutto il mio plauso ed appoggio al pediatra di Brescia che con le unghie e con i denti è riuscito nell'intento di riottenere la cura a base di cellule staminali per la piccola bimba affetta da atrofia muscolare. Ho apprezzato la sua integrità,la sua dignità e il suo coraggio.
Non è da poco in questo paese clientelare e affarista cantarle chiara a quei vampiri dell'AIFA. 
Mi ha ricordato la battaglia condotta dal Dott. Di Bella ed il suo staff per l'affermazione di un principio sacrosanto e credo, inviolabile.
Mi riferisco alla libertà per ogni cittadino di scegliere innanzitutto se curarsi o meno, in presenza di malattie gravi. Quindi avere la possibilità di esprimere liberamente quale modalità terapeutica scegliere.
Detto così sembra ovvio e soprattutto scontato ma non è così, assolutamente.
Di Bella fu sbertucciato e svergognato da personaggi arroganti e presupponenti, che si rifiutarono non solo di concedere una sperimentazione equa del metodo, cioè effettuata su pazienti sui quali era stata appena diagnosticata la malattia; ma fu addirittura preso in giro nelle fondamenta del suo metodo, salvo poi applicarlo negli ospedali pubblici all'insaputa dei pazienti.
Quale la ragione di questo accanimento contro nuove aperture e nuove idee?
Semplicemente la consapevolezza di rischiare di perdere il business più redditizio del mondo, LA MALATTIA.
E' troppo rischioso ampliare la coscienza e la consapevolezza delle persone, molto meglio tenerle sotto scacco del camicie bianco, unico depositario di verità e salvezza.
I bilanci delle case farmaceutiche sono ormai pubblici, si aggirano su interi PIL di nazioni europee. Credete davvero che tutte le istituzioni sanitarie aprano all'improvviso ad altre possibilità terapeutiche, così, solo per fare il bene? Ricordate le figuracce rimediate in occasione della Mucca Pazza o peggio ancora, della Febbre Aviaria?
In Italia si sta lentamen
te portando avanti un progetto e pochi se ne sono accorti.


 Puntare al tipo di Sanità americana leggasi a pagamento con le fondamenta del sistema pubblico cioè a contribuzione obbligatoria. Capito che furbi? Una cura siffatta,su base staminale,in clinica costerebbe solo


 €30-50.000,00 chiaro ora? Sarebbe ideale passare alla contribuzione volontaria tra i lavoratori e al merito nella classe medica...ma lo si vuole veramente?

venerdì 14 settembre 2012

BANCHE E CREDITO

FINALMENTE! 
Ho letto con estremo interesse, ed un filo di goduria lo ammetto, della "crescente preoccupazione di banche ed istituti finanziari e creditizi".
 Per che cosa direte voi? 
Ma perchè,miei cari amici,finalmente stiamo usando la testa! L'apparato creditizio è in subbuglio perchè chiediamo meno mutui ma,soprattutto dico io,perchè rifiutiamo carte di debito,piccoli prestiti e quant'altro. I m
ututi meriterebbero un discorso a parte perchè mentre ritengo sacrosanto chiedere un prestito per l'acquisto di una casa ritengo INCOSTITUZIONALE che su questo prestito si paghino una montagna di interessi.


 Però finalmente ci stiamo affrancando dalla società dei consumi, dalla società del falso,del costruito,del simboleggiato. E' acclarato ormai che il 90% dei nostri acquisti è ingiustificato,immotivato,influenzato. Ci fanno credere quello che non è e ci fanno sentire quello che non siamo.


 Un tipico esempio? 


gli esodi per ogni tipo di vacanza o ponte o le miriadi di prodotti voluttuari dove immancabilmente appare il figo o la bellezza di turno che poi dovremmo essere noi...


Bene,continuiamo a usare la testa,la nostra e rivolgerci all'acquisto solo ed esclusivamente quando sia necessario,inevitabile e soprattutto, alimentante la catena del Profitto Etico. 


Cambiare le cose si può,in meglio soprattutto.

giovedì 13 settembre 2012

FUKUSHIMA

tutti abbiamo assisitito al disastro nucleare avvenuto recentemente in Giappone. Lo stesso si è portato dietro milioni di parole su stampa, talk show, giornali e quant'altro. Oggetto del contendere è stato nucleare si nucleare no. Vi confesso che all'epoca rimasi enormemente colpito da immagini e reportage su quanto avveniva in giappone. Già allora mi posi varie domande,che esulavano da
ll'utilità o meno del nucleare. Il Giappone è un paese con un'enorme cultura collettiva e la manifestazione è tangibile ogniqualvolta succeda qualcosa o un'azienda vada male o ci sia uno scandalo la prima cosa ad uscire fuori sono i responsabili. Cosa sarebbe successo da noi? Immaginate quale teatrino si sarebbe scatenato pur di salvare il proprio tornaconto e orticello annesso? In più,quanto ha aiutato la compostezza e il senso del bene comune dei giapponesi,nell'apprendere le notizie, nell'evacuare le loro case. Sarebbe stato così rapido ed indolore anche da noi? Arrivo al punto. Oggi la rivista Nature presenta i primi risultati dei loro test avvenuti sulla fauna del loco. In particolare si è visto che le farfalle azzurre presentano importanti mutazioni genetiche sia negli esemplari adulti che negli esemplari allora allo stato larvale. Dove sono i fiumi di parole ora? Niente di niente,neanche un piccolo talk show durante la notte. Spero che questo Vi/Ci faccia riflettere innazitutto che ogni decisione comporta una rinuncia. Che sicuramente il nucleare è una soluzione ormai sorpassata,tanto che curiosamente 3 paesi fessi 3 come Svizzera,Francia e Germania hanno bloccato ogni nuova installazione e si interrogano sullo smaltimento. ma soprattutto che ,ancora una volta da questo povero coach giunge lo stesso messaggio:è il bene comune che deve prevalere,sempre e comunque. Il prezzo che pagheremo in termini di vite umane anche questa volta sarà altissimo. Tenete a mente che il disastro di Fukushima è stato valutato come 1000 volte più importante e potente di quello di Chernobyl;e se quello ucraino causò "solo" un'aumento documentato di tumori del 54%(al di fuori dei confini locali) cosa ci aspetta ora? Buon ferragosto a tutti!

martedì 11 settembre 2012

ANTI-MARKETING vs. WORD OF MOUTH

Rieccomi di nuovo a voi.
E sì, è passato tanto tempo dall'ultimo post. Purtroppo ad inizio aprile,dopo una migrazione verso Vodafone da me subito bloccata con tanto di raccomandata, la stessa azienda ha pensato bene di staccarmi la linea adsl.
Potete rendervi conto di cosa significa subire il distacco dell'adsl oggi? soprattutto per chi come me ci lavora?
Io lo definirei un abuso bell'e buono, ma tant'è.
In questo paese ormai i diritti sono effimeri ed è sempre più complicato in dedali di regolamenti e norme creati appositamente, secondo me, per scoraggiare il cliente e subire così non solo un comportamento vessatorio ma ritrovarsi nella impossibilità reale di farsi valere nelle sedi opportune.
In questa vicenda ho ammirato senza dubbio la rinnovata professionalità e ricerca della qualità di Telecom.
Sì proprio la nostra tanto vituperata Telecom. Assistenza qualificata, paziente, pronta all'ascolto e orientata a risolvere il problema.
All'opposto, e in tutta onestà non mi sorprende affatto, la Vodafone.
Offerte commerciali come specchietti, tutto lecito per carità, ma professionalità zero assoluto. Ascolto del cliente nullo, volontà di aiutare un un utente in palese confusione meno che mai.
Dopo aver completamente trascritto in maniera errata i miei dati la loro reazione alla mia disdetta è stata schiaffeggiarmi con la loro prosopopea ed arroganza, staccandomi la linea adsl.
Vi risparmio gli incubi burocratici e normativi, un gancio dopo un diretto, come sottolineavo poc'anzi.
Vi consiglio di armarvi di pazienza e numero di FederConsumatori, unica risorsa potente e rispettata per impedire ogni vessazione ed ottenere giustizia e risarcimenti.
La vostra vita ne guadagnerà credetemi.
Traggo una morale: la Telecom non ha sbagliato un colpo; non so se fossero consapevoli ma hanno compiuto un'efficace azione di Marketing Relazionale.
La Vodafone anche non ha sbagliato un colpo, peccato siano stati tutti quelli dell'Anti-Marketing.
E io, cliente attento e ponderato, votato al Consumo Critico, cosa pensate metterò in circolo in termini di Word of Mouth meglio conosciuto come Passaparola?
Eccola la nostra vera potentissima risorsa, rifletteteci!

giovedì 19 aprile 2012

LA VITA FLORIDA:APPLICAZIONI PRATICHE PER ITALIANI VOLENTEROSI

Sono rimasto particolarmente colpito leggendo giorni fa un'analisi del Censis condotta per i 150 anni di Storia d'Italia. Colpito dai dati raccolti e dall'interpretazione data ad essi.
L'Analisi
Personalmente dissento da questa analisi in quanto la reputo estremamente ottimista e soprattutto lontana dal prospettare soluzioni praticabili, soprattutto in un periodo come questo.
L'analisi mette in evidenzia che ben l'83% degli Italiani giudica il nostro Stile di Vita attuale da brutto a bruttissimo.
Accipicchia! Colpito e affondato lo stereotipo che vede l'italiano sempre rifugiarsi e consolarsi nel proprio angolo di paradiso. Quel modus vivendi che ci allevia da delusioni, frustrazioni e preoccupazioni varie.
La Sorpresa
Invece gli italiani, che non si sono fatti fuorviare nè dalla "monnezza napoletana" (abitudine o rassegnazione?) che solo(!) il 19% giudica come l'episodio più brutto nè dalla criminalità, solo il 17% lo pone in cima alla lista, hanno colpito dritto il bersaglio: il nostro amato Stile di Vita!
Si perchè leggendo approfonditamente i dati gli italiani hanno inteso come bruttissimo il nostro Stile di Vita per la crescita costante e dilagante dell'aggressività ed i suoi effetti sulla collettività; per le pulsioni senza freno che sempre più si manifestano in tutti gli strati della società; la corruzione come virus impossibile da debellare e combattere; il bullismo; le tragedie familiari; i crimini inspiegabili.
Fin qui tutti d'accordo, sorpresi ma d'accordo. Anzi, direi, era ora! 
Gli italiani cominciano a chiedere qualcosa di più che "pizza, spaghetti e mandolino"..e un buon caffè.
E quindi?
Dissento, dicevo, dalla spiegazione che viene data e i possibili rimedi.
L'analisi mostra un dato enorme ed inconfutabile:l'83% giudica molto brutto il proprio Stile di Vita; e non è questa una richiesta d'aiuto, di cambiamento, di una direzione, di un nuovo modello di vita?
Andiamo avanti, l'analisi conclude che però in fondo non siamo ancora alla frutta, cioè spremuti e corrotti fin nell'anima ma che questa è ancora pulita, siamo solo corrosi, cioè consumati nei nostri principi, abitudini del vivere sociale ma lindi e pinti nella nostra anima.
Ma neanche per sogno! Ma siamo totalmente miopi e presuntuosi per dire questo! 
La Realtà
Chi sceglie i governi, locali e centrale? Chi sceglie quale programma morboso vedere in tv, magari insieme con i nostri figli, al ritmo di tette, culi e spettacolarizzazione delle emozioni? Appunto...siamo alle scelte.
Chi è preda di questo egoismo e individualismo smodato, dove il possesso è glorificato come un traguardo meritevole e impera la diffidenza, il cinismo e il "primum fotti il tuo vicino!"?
Abbiamo smarrito il bene comune, l'umiltà, le passioni e l'audacia, l'integrità e la giustizia e ci riempiamo la pancia e la testa di alibi come disimpegno e disinteresse.
Quale Futuro?
I nostri giovani hanno smarrito Speranza e Senso del Futuro, sono vittime di droga, alcool, abbandono della scuola, depressione, che nascondono la perdita della lotta per l'AutoRealizzazione, la rincorsa ad un Progetto di Vita, una Vocazione.
Osserviamo totale assenza di Responsabilità, a tutti i livelli, Apatia, mancanza di Relazioni Gratificanti.
Infine, una assoluta mancanza di Spiritualità, dove lo Scopo ed il Significato delle nostre vite è stato rimpiazzato da oggetti sostituiti a velocità supersonica; non si cerca nè si ama l'Altro da Sè, nessuna ricerca della Trascendenza per un Scopo oltre Sè, più alto, assoluto.
L'Io ed i suoi paradigmi imperano, soprattutto la trappola del Presente Assoluto, una vita vissuta esclusivamente declinata nell'oggi, senza sogni, speranze, progetti, slanci in avanti.
E allora noi saremmo "solo corrosi"?
Flourishing Life
E' il momento, come ho già scritto, di decisioni e cambiamenti radicali, densi di speranza e futuro...vi dice niente Flourishing Life, la Vita Florida?
Emozioni Positive, Impegno e Coinvolgimento in progetti sfidanti e gratificanti, Relazioni Positive, Scopo e Significato, Raggiungimento degli obiettivi personali fissati.
Già, gli inglesi insegnano e sono sempre avanti..
Marco Fraschetti
Coach Professionista

giovedì 5 aprile 2012

Flourishing Life: Le Relazioni Positive

Eccoci al 3° appuntamento nel nostro percorso di analisi dei pilastri a fondamento della Vita Florida.
Il terzo pilastro riguarda le relazioni e nello specifico le relazioni Positive.
Innanzitutto cosa è Relazione e quando una relazione è Positiva. Una Relazione è un'emozione, un sentimento, un progetto, un percoso che è condiviso e alimentato da 2 o piu' persone. Ovviamente possiamo avere relazioni in contesti diversi con finalità diverse. L'elemento fondante della relazione è sicuramente la condivisione che è propedeutica all'avvicinamento, alla reciproca conoscenza e comprensione.  Ulteriore elemento fondante direi che è il riconoscimento, l'accettazione e l'accoglimento dell'altro da sè.
Anzi direi che una relazione che non ha come presuupposto questi elementi non è una relazione ma un bieco tentativo di manipolazione, di illusione, di non riconoscimento dell'altro e delle sue emozioni.
Quando una siffatta relazione può definirsi Positiva?
Riprendendo proprio gli elementi fondanti della Psicologia Positiva la Relazione è Positiva quando è preponderane la mutualità delle parti fondanti la Relazione. Accettazione, condivisione, accoglimento, reciproca cura, ricerca e percezione delle emozioni altrui e delle altrui esigenze, perseguimento dichiarato del bene comune sono fattori imprescindibili per la esperienza Positiva nella Relazione.
Così come un sano egoismo.
Certo, l'egoismo se sano è fondamentale e vitale oserei dire. Egoismo non significa ignorare le istanze altrui.
Egoismo significa agire in funzione del proprio Autogoverno, decidendo coerentemene con i propri valori. Significa perseguire la propria AutoRealizzazione cioè agire spinti dalla umana Tensione allo Sviluppo e raggiungere la massima espressione di Autonomia, Relazionalità e Competence. Percepire Autostima, AutoEfficacia. Decidere in base alla propria personale Motivazione Intrinseca, perseguendo una vita felice intesa, appunto,, come Vita Rigogliosa.
Un'individuo che persegue il "suo sano egoismo" è un perfetto altruista, degno e peretto interprete di una Relazione Positiva.

venerdì 30 marzo 2012

CAMPIONI, PORTATORI D'ACQUA, LEADER E MANAGER

La situazione che stiamo affrontando è in continua evoluzione, un'evoluzione veloce e incessante. La globalizzazione inizia a mostrare le sue contraddizioni e problematiche. Le aziende, soprattutto piccole e medie, vivono questo periodo a fasi alterne, cercando di migliorarsi acquisendo competenze sempre più specifiche.

Una Riflessione
Diventa importante quindi una riflessione sulla differenza tra "saper fare" e "saper essere", tra investire sul "come" o sul "quanto spesso e quanto bene" queste competenze acquisite vengono poi utilizzate. E' indubbio che il mercato sconta incertezze e messaggi allarmisti e quindi gli attori principali si trovano spesso contrapposti con esigenze e aspettative opposte. Le aziende vivono l'ansia del momento in funzione di profitti e mantenimento di quote di mercato; il cliente cerca sempre più etica, professionalità e affidabilità, essendosi scottato troppe volte.

Valorizzare le Risorse
Diventa quindi fondamentale per un'azienda che miri più che a sopravvivere ma a crescere e svilupparsi, riconoscere le caratteristiche primarie dei suoi componenti, soprattutto quando si lavora in team.
Nelle aziende abbiamo innanzitutto Campioni e Portatori d'Acqua. Entrambi importanti e utili ma diversi nelle caratteristiche principali. Il Campione traccia da sè la via, fissa obiettivi ambiziosi che piega in obiettivi intermedi. Prepara accuratamente i propri piani d'azione prevedendo tempi, ostacoli e risorse. Si gratifica e si dà continuamente feedback dai quali impara. Il Portatore d'Acqua invece è discontinuo, si impegna ma necessita di incoraggiamenti, va formato, controllato e affiancato. A volte ha anche i talenti per diventare un Campione, ma qui il discorso diventa "spinoso".

Leader o Manager?
Si perchè l'attore ora è l'imprenditore, il titolare, il "capo".
Quale cultura esprime? Manager o Leader?
Il Leader ispira il Manager ordina. Il Leader dona feedback mentre il Manager critica e rimbrotta. Il Leader è sempre un esempio, il Manager quasi mai. Il Leader crede nella valorizzazione e nell'apprezzamento dei suoi collaboratori, li gratifica, li stimola a migliorarsi e li ascolta. Invece il manager si nasconde dietro i troppi corsi ai quali spedisce i suoi collaboratori senza mai ascoltare o capire e soprattutto senza mai credere veramente nella loro crescita. Il Leader vede il Cliente come un amico, indispensabile a mantenere la relazione produttiva; il Manager non considera affatto il cliente, c'è stato e sempre ci sarà. Il Leader è maestro nelle relazioni, il manager un capo che punta esclusivamente all'accentramento del potere.

Il cambiamento culturale
E' necessario quindi un vero e profondo cambio culturale ai vertici aziendali. La vecchia cultura, portatrice di un'esigenza di controllo e comando, ha puntato unicamente su un concetto di lavoro unicamente volto a soddisfare Bisogni di Sicurezza. La conseguenza era lavoratori sottomessi a questo potere in cambio di soddisfazione dei bisogni fondamentali.
Oggi il lavoro ha assunto una valenza diversa, profondamente e radicalmente. Attraverso il lavoro si è passati a soddisfare bisogni di Appartenenza, di Riconoscimento dagli Altri e di Autostima. Oggi, dicevamo, il lavoro ha una valenza maggiore se vogliamo, in quanto è visto come mezzo per l'AutoRealizzazione; quindi un lavoro che più che prestigio, sicurezza o riconoscimento dia Scopo, Significato, Valore all'esistenza.

Il Modello di Leadership Positiva
E' auspicabile quindi, una nuova forma di Leadership, dando per assodato il definitivo tramonto della Managership o della Headship. Come ho già scritto (post Leadership Positiva) il Leader oggi è un Leader che è consapevole della relazione indissolubile tra i 3 elementi della relazione produttiva, Leader-Follower-Cliente. Ne è consapevole e artefice.

Sarebbe opportuno rendersi conto quindi che il cambiamento che sta avvenendo è senza ritorno. Saranno, dati alla mano, sempre più le competenze relazionali a fare la differenza, soprattutto nel lavoro di team. Diventa indispensabile quindi, per trasformare i nostri in Team di Eccellenza con Performance Elevata partire da questo assunto:"se abbandonassimo il desiderio di detenere il controllo su tutto ci accorgeremmo che in realtà lo stiamo acquisendo". 
Marco Fraschetti
Coach Professionista

lunedì 12 marzo 2012

FLOURISHING LIFE-LA VITA FLORIDA: IMPEGNO (COINVOLGIMENTO)

Dopo aver illustrato il pilastro delle Emozioni Positive passiamo a quello dell'Impegno o del Coinvolgimento.
Esplicazione
Chiariamo subito un aspetto fondamentale. Questo pilastro ha un ruolo fondamentale quando significhi essere impegnati, coinvolti, in qualcosa che ci appassiona, ci gratifica, ci fa sentire appagati e realizzati. L'impegno neutro non conta, non colora la nostra vita nè tantomeno la Felicità. Essere impegnati non è sinonimo di fare qualcosa ma al contrario, indica appunto essere coinvolti, sfidati, appassionati e gratificati da ciò nel quale si è coinvolti.
Possono sicuramente essere sfumature importanti dell'Impegno il Talento, la Vocazione, il Flow. Essere coinvolti in qualcosa che ci sfida, ci impegna creativamente prima ancora che fisicamente, ma soprattutto in qualcosa nel quale perdiamo il senso del tempo e dello spazio, dal quale siamo completamente assorbiti, dove impegniamo tutte le nostre risorse e competenze ci porta ovviamente al concetto del FLOW già trattato.
Aggiungiamo che essere impegnati in qualcosa di così assorbente ogni nostro circuito neuronale, dove insieme troviamo sfida, risorse, competenze, assorbimento totale evoca sicuramente il TALENTO.
Quel Talento visto già come sommatoria di nEsperienze Ottimali, frutto di ripetizione, di applicazione, di perseveranza e disciplina, potrebbe sicuramente trovare nell'Impegno così definito un trampolino mirabile per essere liberato ed esplicato.
Infine, un Impegno così elaborato, ci conduce inevitabilmente ad aprire la porta alla VOCAZIONE. Sinteticamente potremmo definirla una sorta di Mission personale, una colorazione profonda, sentita, vissuta internamente, del nostro compito. La Vocazione infatti richiede impegno e dedizione assoluti, è trascendente in quanto il soggetto si sente investito di una mission che va oltre il sè e per questo acquista e richiede impegno maggiore. Inoltre racchiude in sè il Flow continuo.
Sarebbe imperdonabile per gli adolescenti di questa generazione non comprendere appieno il significato insito dell'Impegno e del ruolo che recita nel loro Futuro. Ancora più imperdonabile per questa generazione di adulti sprecarlo e non duplicarlo nelle generazioni future.
Marco Fraschetti
Coach Professionista
Fb: Marco Fraschetti Coaching Crea La Tua Differenza

giovedì 8 marzo 2012

ALLENAMENTO EMOZIONALE

Durante le sessioni il mio sforzo più grande è far comprendere che tutti veniamo al mondo con una personalità o temperamento. Esso riflette le 6 virtù riconosciute da tutte le discipline filosofiche e umanistiche, Saggezza e Conoscenza, Umanità/Amore, Giustizia, Coraggio, Trascendenza, Temperanza, attraverso 24 potenzialità.
Ciò che ritengo fondamentale da comprendere è che però l'imprinting alla personalità inizia immediatamente dal primo vagito.
Il contatto con i genitori e i familiari, l'apprendimento per esperienza,inizia a modificare la personalità. Poi i contatti con l'esterno,con altri bambini e adulti segue il processo di imprinting e pruning, cioè potatura dei circuiti neurali inutilizzati. Questo processo,imprinting e pruning continua fino ai 18-22 anni attraverso esperienze, contatti ,punizioni, gratificazioni e tutto ciò che vi viene in mente. Ecco quindi la causa dell'Impotenza Appresa, della Disistima e del Disprezzo di Sè, della tendenza alla Delinquenza Giovanile, Microcriminalità, Abusi di Alcool e Droghe, Abbandono Scolastico e Madri-Bambine,e posso continuare.
A questo scopo propongo e applico un Allenamento Emozionale che inizi sin dall'infanzia e insegni tra l'altro, Riconoscere le Emozioni Altrui e la loro Prospettiva,Interagire Emozionalmente,Gestire e Risolvere Conflitti scegliendo Alternative al Conflitto,Riconoscere Inizio di Depressione,Vincere la Timidezza diventando Estroverso,Addestramento all'Amicizia..sembra strano o scontato,assicuro che non lo è ed i risultati sono strabilianti.

martedì 6 marzo 2012

DOVE STIAMO ANDANDO? QUESITI DI UN COACH

E' un pò di tempo, abbastanza direi, che mi pongo un mare di domande. Domande pesanti, sulle quali rifletto, studio, approfondisco..e tutte mi conducono inesorabilmente ad un'ulteriore quesito, di importanza fondamentale. 
Dove stiamo andando?
Mi spiego. Dall'inizio del XX secolo il genere umano ha spaventosamente accelerato nel progresso, in tutti i campi e settori che esprimono e caratterizzano la vita umana. Non sto qui a riepilogarli tutti, ma veramente a detta di tutti, mai come da inizio XX secolo ci sono stati tanti progressi e conquiste.
La vita è indubbiamente migliorata, progredita, facilitata, rispetto ai nostri nonni. Io stesso mi stupisco, ripensando ai racconti di mio nonno riguardo la sua vita di ragazzo, con enormi difficoltà di ogni tipo, politiche, economiche, sociali; e poi a quella di adulto, contrassegnata da cambiamenti che si intravvedevano andare spediti, soprattutto nel dopoguerra.
Però, ancora, dove stiamo andando?
Oggi, semplicemente e senza giri di parole, possiamo tutto. Letteralmente, possiamo tutto ciò che desideriamo. Però arranchiamo, stentiamo, facciamo fatica, dubitiamo, ci disperiamo, molliamo.  Tutto questo in 2 generazioni. Neanche nella serie Star Trek avrebbero immaginato tanto. Eppure proprio da lì parto. Ricordo una puntata della serie dove un'essere di un'altra razza spiegava al Capitano Kirk una cosa che mi ha sempre accompagnato nella mia vita. Alla quale non ho mai dato peso, però sempre nel mio subconscio è rimasta. Ed oggi la trovo di un'attualità e verità disarmante. L'essere, dicevo, definì la razza umana "..un virus che va eliminato. Ovunque andiate assimilate la cultura esistente per poi sterminarla. Distruggete tutto quello che incrociate.."
Cominciate a seguirmi?
Ritorniamo agli inizi del XX secolo. Scatta il progresso, le conquiste, le imprese, i sogni, le speranze e tutto il resto. Bè? direte voi. Allora, seguito, come mai dagli inizi del XX secolo il tasso di depressione è aumentato vertiginosamente ovunque, tra paesi senza correlazione alcuna?. Preoccupante il tasso di crescita della depressione adolescenziale e infantile. I tassi di suicidio sono schizzati alle stelle! Il lavoro non è più certezza di benessere e affrancamento dalla povertà. La famiglia allargata è un ricordo delle storie dei nonni, appunto. Sempre più spesso entrambi i genitori lavorano, lasciando i figli in strutture poco attente e certificate. Anzi, la famiglia tipo è quella monogenitore. Aumenta spaventosamente ovunque il tasso di microcriminalità giovanile, la delinquenza adolescenziale, l'abbandono scolastico, il bullismo e infine, 5tuplicate le gravidanze di "madri-bambine".
Non abbiamo la minima considerazione per la terra dove riposiamo e l'acqua che beviamo.
Ma soprattutto, sostengo, siamo malati di Incapacità Relazionale. Assurdo, inconcepibile. Comunichiamo in ogni maniera, con chiunque nel globo, istantaneamente..tranne che con chi ci sta vicino.
Che ne pensate ora del virus?
Dove stiamo andando, allora?
E il progresso, le conquiste, i sogni...? Siamo davvero un virus pericoloso? Dove abbiamo sbagliato? Cosa abbiamo sacrificato in nome dello stile di vita moderno? E soprattutto, per un coach schierato come me, oggi, cosa è la Felicità o Benessere o come lo si voglia chiamare, se abbiamo di fronte a noi uno scempio che, se davvero riusciremo a cambiare rotta, ci colpirà come uno tsunami "solo" per le prossime 2 generazioni?
Perchè inseguiamo avidamente il successo, il denaro, il sesso, ogni forma di status quo possibile, se non ci appaga? Cosa cerchiamo che ci brucia così tanto dentro da correre, correre ma...andando dove?
Tutto questo possesso, senza un fine superiore, uno scopo più alto, un significato vero e profondo...cosa rappresenta? 
E soprattutto, ci rendiamo conto del prezzo che stiamo pagando..e pagheranno? 

lunedì 5 marzo 2012

FLOURISHING LIFE-LA VITA FLORIDA: EMOZIONI POSITIVE

La Vita Florida
Iniziamo questo breve passaggio nella Flourishing Life illustrandone origine e contenuti. Il Dott. Martin Seligman nella sua ricerca dei parametri fondanti la Felicità o Benessere Esistenziale è passato attraverso innumerevoli studi ed esperienze che lo portarono dapprima a coniare una prima definizione di Felicità. Essa si basava sulle Emozioni Positive, le Relazioni Positive ed il Significato. In sostanza una persona raggiunge la Felicità quando nella sua vita compaiono moltissime occasioni di sperimentare emozioni positive, relazioni personali gratificanti e un significato pieno e profondo della propria esistenza.
La Svolta
Il Dott. Seligman notò però, attraverso le sue esperienze, che qualcosa non tornava. Le persone parte dei suoi studi inserivano altri parametri importanti nella loro esistenza e, a detta degli stessi, pregnanti il concetto stesso di Felicità.
L'Intuizione
Fu allora che il Dott. Seligman ebbe l'intuizione che ha dato la svolta all'annoso problema dell'identificazione della Felicità. Si doveva abbandonare il concetto stesso di Felicità che troppo spesso veniva confuso nelle descrizione, nei lavori, nelle analisi dei pazienti con Benessere o Soddisfazione Esistenziale.
Un Nuovo Orizzonte
Ecco quindi che il Dott. Seligman ed il suo team elaborarono finalmente un modello, una teoria, un concetto che difficilmente poteva essere equivocato o frainteso. Un modello finalmente comprensivo di sfumature importanti che non erano state colte nella prima elaborazione dello stesso. Ecco che fu formulato il modello della Flourishing Life. Una nuova accezione, in linea con la Psicologia Positiva, scienza applicata, ma soprattutto proprio con la connotazione positiva che il Dott. Seligman aveva cercato negli anni precedenti. La Flourishing Life o Vita Florida, Rigogliosa si fonda su 5 pilastri così delineati: Emozioni Positive-Relazioni Positive-Coinvolgimento- ( Impegno )-Significato-Successo ( Raggiungimento ). Ora era possibile realizzare indagini piene, profonde e più realistiche di cosa significa raggiungere una Vita piena, stimolante, vissuta, soddisfacente; Florida e Rigogliosa appunto. Basti pensare che in prima battuta la Flourishing Life è stata inserita in modelli di Educazione Positiva che io stesso pratico e insegno. E' propedeutica all'insegnamento della Resilienza, della Finanza Positiva e addirittura, come avvenuto in Inghilterra, modello per l'elaborazione di Politiche Economiche e Sociali Nazionali. Il tanto caro PIL insomma.
Nelle prossime pubblicazioni i 5 parametri.


Marco Fraschetti
Coach Professionista
FB:Marco Fraschetti Coaching-Crea la Tua Differenza 

Messaggio di Marco Fraschetti

viadeo

Buongiorno,

T'invito ad unirti alla mia rete di contatti su Viadeo.

A presto,

Marco Fraschetti



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lunedì 13 febbraio 2012

WHITNEY HOUSTON: LA TRAPPOLA DEL TALENTO

Siamo stati tutti sorpresi dalla morte improvvisa della cantante Whitney Houston. Chi non conosceva la bellissima ragazza dalla voce potente e melodiosa che aveva letteralmente dominato la scena planetaria della musica pop solo una decina di anni fa? 
Eppure questa non è una morte improvvisa,anzi. Potremmo dire meglio, la morte in età così giovane è sempre dolorosa da accettare, ma nel caso della Houston è stato un'ennesima prova di quanto si sopravvaluti il Talento, soprattutto quando si accompagna ad una notorietà improvvisa alla quale non si è mai preparati abbastanza.
Il Talento
Innanzitutto cosa è il Talento? Il Talento è universalmente riconosciuto come una dote, una qualità, una potenzialità straordinaria che raggiunge livelli elevatissimi di performance e, qualora riconosciuta universalmente, viene definita come tale. E' la sua origine che è confusa. Sinteticamente, si sono succedute 2 teorie. Una lega il Talento ad una qualche componente genetica, l'altra ad un'esercizio ripetuto e prolungato, a livelli massimali, che permette di sviluppare delle potenzialità superiori in un qualunque campo.
L'Esperienza Ottimale
Personalmente propendo decisamente per la seconda ipotesi. In qualunque campo dell'espressione umana si è analizzato il cosiddetto Talento si è giunti ad un'elemento comune inequivocabile: ogni individuo talentuoso ha iniziato la pratica della sua attività in tenera età;spesso sotto la guida di un genitore e/o maestro che ha portato questa ripetizione a livelli massimali,oltre le 10 h giornaliere; la quasi totalità degli individui ha raggiunto il picco, o se vogliamo il successo, dopo almeno 10 anni di esercizio massimo.
Questo, legato al fatto che si parla spesso di individui che iniziano a praticare all'età di 3-5 anni spiega molto della precocità. Inoltre, per spiegazione completa, negli altri casi di individui nella media, questo picco si raggiunge invece almeno dopo 15 anni,forse 20 di esercizio continuo.
La Realtà
Perchè la Houston? Whitney Houston nasce da una madre famosa cantante gospel, adorata da Aretha Franklin per intenderci; sua zia è niente di meno che Dionne Warwick,una delle voci più potenti del panorama femminile afro tra i fine 60 e gli anni 80. Ha respirato musica dal primo vagito. E' stata letteralmente nutrita a latte e musica e sin dall'infanzia allenata e allenata a curare la sua dote straordinaria, la sua voce. Praticamente da predestinata la Houston è stata la prima cantante afroamericana ad avere un successo planetario, con concerti esauriti e dischi sold out in ogni nazione. Dall'altra parte è stata presentata come un angelo, una donna dolce, angelica, che desiderava arrivare vergine al matrimonio.
Il Sè Reale
Che cosa spiega allora questa morte? Possiamo solo intuire quanto difficile sia sostenere una vita da predestinata. Soprattutto, credo, quanto sia pesante sostenere una notorietà improvvisa, soffocante, alla quale non solo non si è mai preparati abbastanza, ma che spesso è un detonatore a lento innesco. E sì, perchè la Houston non è quell'angelo bianco che è stato venduto insieme alla sua splendida voce. Personalità piuttosto vivace, la miccia viene accesa dall'incontro con il suo futuro marito, cantante e produttore molto poco raccomandabile, Bobby Brown. Questi scopre il vero volto di Whitney, lascia emergere la reale essenza della Houston che troppo presto e per troppo tempo era stata schiacciata da un sè non reale. Il vero sè della Houston, dedito alla droga, ai vizi sessuali, all'alcool esplode e deflagra dapprima negli anni del matrimonio poi nella causa di affidamento dei figli successiva. Le cronache americane narrano di una Houston irrefrenabile ed insaziabile, ma soprattutto finalmente libera e decisa da assaporare la sua vita.
Il Bilancio
Cosa resta allora? Ci resta un bilancio strano. Perchè da una parte si è permesso ad un talento di emergere, di essere individuato, valorizzato, allenato al massimo della sua espressione. Dall'altro si è totalmente ignorato un essere umano nella sua individualità, quella originale e più autentica. Anzi si è sacrificato un'individuo sull'altare del talento, dimenticando che spesso molti di questi talentuosi hanno narrato di essere passati da esperienze di Flow, cioè esperienza di massimo piacere e gratificazione, a odio vero e puro verso la pratica quotidiana, tanto da rifiutare totalmente il ripetersi di certi livelli di allenamento. Si è persa una giovane donna nella sua Autodeterminazione, nel suo tendere ad un Autogoverno liberamente cercato e trovato, perdendo un bagaglio completo di potenzialità che sicuramente non avevano la stessa portata dell'innato talento musicale della Houston ma che sicuramente le avrebbero permesso di esprimersi e realizzarsi liberamente, da individuo liberamente tendente alla felicità.

giovedì 9 febbraio 2012

IL COACHING: L'ALLEANZA

Un elemento fondamentale e fondante nel Coaching Umanistico è l'Alleanza.
Cosa Significa
L'Alleanza innanzitutto è parte dei 3 componenti pregnanti la relazione di coaching, cioè Ascolto, Accoglienza, Alleanza.
L'Ascolto è un tratto della relazione di coaching che indica la predisposizione del coach a lasciare al centro della relazione il coachee o cliente. L'ascolto è propedeutico alla comprensione della realtà rappresentata dal coachee, della quale solo lui è a conoscenza e ne è l'esperto. Ascolto e Domanda sono i principali se non unici strumenti a disposizione del coach.
L'Accoglienza è una predisposizione del coach. Il coach accoglie nel vero senso della parola il coachee. Lascia a a lui/lei il palcoscenico del racconto e lo accoglie in quanto individuo unico, originale e irripetibile. Accogliere significa non pregiudicare e non giudicare in base a personali esperienze o stereotipi.
L'Alleanza, quindi, si forma dopo e solamente dopo che i precedenti 2 tratti si sono manifestati.
Solo nel momento in cui il/la coachee si sente accolto, non giudicato, ascoltato nel suo racconto senza pregiudizi e senza presunzioni di aver già capito, solo allora si creerà l'Alleanza tra coach e coachee.
Solo l'Alleanza sancisce la Relazione di Coaching.
Questo rappresenta un momento fondante in quanto significa che il coachee ha scelto il coach!
Ecco la differenza direi unica e rivoluzionaria del Coaching Umanistico; il coachee sceglie il coach. Senza Alleanza non c'è relazione, senza relazione non c'è coaching.

martedì 7 febbraio 2012

IL COACHING

Desidero fare un pò di chiarezza riguardo il Coaching.
Recentemente il coaching è balzato agli onori della cronaca sia per i risultati che bravi e professionali coach consentono di raggiungere ai loro coachee, sia per l'uso un pò troppo sui generis che si sta facendo della parola stessa "coaching" e conseguentemente della professione.
Innanzitutto cosa significa "Coaching"? 
Tradotto letteralmente abbiamo: allenatore, insegnante, pullman; già questo dà un'idea di cosa essenzialmente un coach faccia. 
Andiamo per gradi. 
La figura del coach nasce nelle università americane dove si richiedeva una figura che sapesse indirizzare le prestazione degli atleti delle stesse verso livelli di eccellenza. Il coach era allora una specie di factotum. Conoscitore di discipline sportive, metodiche di allenamento, pratiche alimentari, strategie motivazionali, si impose brevemente all'attenzione per i risultati ottenuti. La figura si sviluppò quindi proprio negli USA e in Inghilterra e iniziò un processo di specializzazione che, oltre al tradizionale campo sportivo, si evidenziò all'interno del mondo aziendale.
Soprattutto in questo contesto, ormai anche in Francia, il coaching iniziò il suo cammino staccandosi definitivamente dallo sport, dove si specializzò la figura del coach sportivo che tutti conosciamo.
Nel modo aziendale era una pratica riservata ai manager più esperti e lungimiranti che intuivano l'enorme potenziale relazionale di questa metodica.
Successivamente, anche da noi in Italia,il coaching venne proposto proprio da quei manager che lo avevano utilizzato nelle aziende e rimase quindi confinato ad una pratica riservata a pochi eletti che abilmente sfruttavano commercialmente più la loro esperienza che specifiche abilità professionali.
Si deve all'evoluzione di tecniche e metodi sperimentati in diversi studi che il coaching nascesse come displina applicata e metodica d'intervento.
Nascono le scuole e le prime serie figure di coach e si rende necessaria una netta chiarificazione.
Il Coaching non ha niente a che vedere con la PNL. 
Oggi viviamo una confusione dovuta a diverse discipline meritevoli ognuna di specifica considerazione e approfondimento. Mentoring, Tutoring, Counseling, ecc. sono tutte valide alternative con specifici presupposti e campi d'intervento. 
Nel coaching stanno però confluendo una miriade di reflui della PNL che, non trovando sbocchi professionali nella specifica area si "riciclano" come coach.
Questo genera confusione ed equivoci.
Soprattutto diverse scuole spacciano Corsi di coaching quando altro non fanno che praticare e insegnare la PNL.
Il Coaching e soprattutto il Coaching Umanistico, da me scelto e praticato, si basa su specifici e inderogabili presupposti.
Il coaching è un metodo di di sviluppo e formazione che consente al coachee(cliente) di acquisire consapevolezza della sua situazione; attraverso la relazione di coaching il coachee prende coscienza delle sue potenzialità, le allena, le valorizza ed esprime obiettivi personali sfidanti e gratificanti per i quali elabora proprie strategie di azione.
Il coahing umanistico si basa, tra gli altri, dei seguenti punti fondanti:
  • Il focus della conversazione di coaching è sempre il cliente e mai il problema
  • Il coachee è l'unico esperto della situazione reale
  • La relazione di coaching si basa sulla regola delle 3 A: ascolto, accoglienza, alleanza.
  • Il coach non guida, non suggerisce, non aiuta, non dà consigli, non manipola, non cerca di tirare il cliente a sè...perchè non conosce la realtà del cliente.
  • Il coach ha solo uno strumento, oltre la sua abilità e un metodo provato e funzionante: la domanda.
E' con questo solo strumento che il coach consente al coachee di lavorare sulle sue potenzialità ed elaborare strategie orientate al futuro che lo indirizzino verso obiettivi sentiti anzichè restare intrappolato nel problema che vive.
Ritengo già questo sia sufficiente a comprendere l'ampio potenziale d'intervento del coaching e come e perchè sempre più persone, individualmente e nei loro contesti professionali; e sempre più aziende, si rivolgano alla figura del coach.